I sommersi e i salvati di Primo Levi

I sommersi e i salvati è un saggio di Primo Levi scritto nel 1986 che analizza la tragedia dei campi nazisti, il carattere disumano della vita all’interno dei lager attraverso la sorte tragica che subiscono le vittime.

Il concetto di testimonianza

Primo Levi insiste sul concetto di testimonianza e del suo carattere indispensabile per intraprendere un lavoro « di memoria » ; una memoria spesso fallibile. Insiste anche sul fatto che gli eventi tragici potrebbero essere negati se non raccontati con precisione e onestà.

Il lavoro sulla memoria

Questo lavoro sulla memoria, questa necessità (e bisogno) di testimoniare è già stato intrapreso dall’autore in altre opere maggiori come in Se questo è un uomo (1947) o ancora La Tregua (1963). Per P. Levi niente deve essere dimenticato affinché la Storia non debba ripetersi.

Struttura dell'opera

L’opera è divisa in otto capitoli, preceduti da una Prefazione e seguiti da una Conclusione.

Capitolo Titolo Contenuto
Capitolo I "La memoria dell'offesa" La memoria umana è fallace
Capitolo II "La zona grigia" I privilegiati all'interno dei lager
Capitolo III "La vergogna" Angoscia della liberazione
Capitolo IV "Comunicare" Difficoltà linguistiche degli italiani nei lager
Capitolo V "Violenza inutile" La violenza senza scopo apparente
Capitolo VI "L'intellettuale ad Auschwitz" L'autore commenta un saggio di Jean Améry
Capitolo VII "Stereotipi" Risposte alle domande più frequenti
Capitolo VIII "Lettere di tedeschi" L'autore commenta lettere inviate dopo la pubblicazione di Se questo è un uomo in Germania

RIASSUNTO